tormento, devo canalizzare le mie energie creative, devo selezionare, scegliere, avere il coraggio di abbandonare, analizzare a fondo un aspetto per volta e non tentare di tenerli tutti insieme, perché poi si rischia di farli scomparire, e se invece fosse il contrario? Se silente fosse un mix inscindibile di aspetti che analizzati uno alla volta perdono di significato e lo fanno perdere anche a silente? Magari silente per qualcuno è interessante proprio perché comprende aspetti diversi, che insieme stanno bene, si completano, si rafforzano, creano un’identità forte? é che qui c’è tanto materiale e ogni volta mi tuffo, ma pensare di volta in volta a forme, tessuti, decorazioni, colori differenti è logorante! Devo lavorare indipendentemente dai tessuti? il mio problema è che tento sempre di cambiare le forme. marco mi ha detto che in molti lavorano drappeggiando su manichino, lo so, ma loro finalizzano questi esperimenti per poi riprodurre in serie, studiano forme, colori, accostamenti, decorazioni, vestibilità due volte l’anno per le collezioni, io non posso ogni mattina partire da zero assoluto, il mio maestro di yoga dice che è siamo programmati a vivere 120 anni ma se io continuo così… la mia testa non ce la fa a contenere tutta questa energia positiva, mi stanco solo per tenerla a bada, ogni ricerca dà il via a centinaia di input che si accumulano ed escono in ogni momento della giornata… la testa come un colabrodo, esce di tutto, non la controllo, non riesco a metterla a tacere. un taccuino dove disegnare? peggio! i processi si triplicano. scegliere, forma, bene, lavorare sulla forma, scegliere una forma che funziona nella chimera del progetto multisize e partire da quella, prendere poi un aspetto alla volta, un dettaglio, svilupparlo fino in fondo… ma forse non è un processo naturale questo?